BENEVENTO E PROVINCIA NEWS Inchiesta Porcaro, discussi solo i ricorsi dei commercialisti e dell'avvocato E' slittato invece a settembre l'appello del Pm contro il no ad altre misure interdittive

INSERITO DA ANGELA CECERE Benevento.  Erano stati accorpati in un'unica udienza, ma la discussione di questa mattina dinanzi al Riesame ha riguardato soltanto gli appelli presentati dalle difese, e non quello della Procura. Da una parte, dunque, il pm Assunta Tillo, dall'altra gli avvocati Giuseppe Iannaccone (per Mario Porcaro, Laura Paglia, Andrea Porcaro e l'avvocato Fabrizia De Nigris), Italo Palumbo (per Vincenzo Catalano), Vincenzo Regardi e Roberto Pulcino (per Luca Pulcino). Si tratta dei commercialisti e del legale colpiti lo scorso 27 aprile dall'interdizione per un anno dall'esercizio della professione disposta dal gip Vincenzo Landolfi nell'inchiesta della guardia di finanza sulle procedure di concordato preventivo e fallimento. Iannaccone e Palumbo hanno impugnato il provvedimento per chiederne l'annullamento, Regardi e Pulcino il no del Gip all'istanza di revoca della misura avanzata per Pulcino, da un anno e mezzo non più iscritto all'Albo dei dottori commercialisti. L'attesa è ora per la decisione del Tribunale di Napoli, che, come insegna l'esperienza relativa ad altri di casi di misura interdittiva, potrebbe arrivare tra più giorni. E' invece slittata al 17 settembre, per un problema di notifiche, l'udienza riservata all'appello della dottoressa Tillo contro il rigetto, stabilito dal Gip, all'applicazione dell'interdizione anche nei confronti di nove delle undici persone - professionisti ed imprenditori- per le quali l'aveva proposta: Fabio Cassero, Claudio Zollo, Alfredo Dell'Aquila, Fabio Mataluni, Vincenzo Mataluni, Biagio Mataluni, Cosimo Matarazzo, Raffaele Nardone e Francesco Porcaro, assistiti dagli avvocati Angelo Leone, Luigi Signoriello, Iannaccone e Palumbo. Nel mirino degli inquirenti, come  più volte sottolineato, sono finiti  le procedure di concordato preventivo e di fallimento, che – questo l'impianto accusatorio - sarebbero state ritardate, impedendo ai creditori di recuperare i soldi, ed il ruolo dello studio di Mario Porcaro. Si tratta di una inchiesta avviata nel 2016, dopo una segnalazione del Tribunale, che aveva bocciato la richiesta di concordato avanzata da una società nata dalla fusione di altre due. Punto di partenza di un'attività investigativa che aveva poi concentrato le attenzioni anche su realtà imprenditoriali del nostro territorio.

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