NEWS ITALIA E DAL MONDO Green pass, le regole per ristoranti al chiuso e all'aperto, concerti e discoteche: differenza tra una e due dosi
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INSERITO DA ANGELA CECERE Ancora nulla di fatto su cabina di regia e Consiglio dei ministri che dovrebbero discutere le misure del nuovo decreto legge anti Covid. Il Cdm dovrebbe tenersi questa sera intorno alle 18, ma la riunione non è ancora stata convocata, così come la cabina di regia del premier Mario Draghi con i ministri rappresentanti dei partiti della maggioranza. Intorno alle 16 è previsto anche un tavolo di confronto del governo con le Regioni sui parametri di rischio e sull'obbligo di Green pass, che saranno disciplinati dal nuovo decreto Quest'ultimo vertice, oltre a stabilire quando sarà obbligatorio il Green pass e per chi, dovrebbe anche impostare i nuovi parametri per i colori delle Regioni, che potrebbero vedere un maggiore peso dei ricoveri nei reparti e in rianimazione per stabilire la fascia di rischio e il conseguente passaggio in zona gialla, arancione o rossa. La richiesta delle Regioni era di stabilire una soglia del 20% delle terapie intensive e del 30% negli altri reparti: soglia troppo alta per il governo, che proponeva rispettivamente il 5 e il 10%. Le ipotesi in campo Se le Regioni chiedono che in zona bianca il Green pass si applichi solo ai grandi eventi e a quei settori finora chiusi (come discoteche, fiere, congressi, eventi sportivi e di spettacolo), il governo esige di più per fermare la corsa al virus, che per via della variante Delta è tornato a fare paura. Secondo l'esecutivo si dovrebbero distinguere le attività su tre livelli: i servizi essenziali che non richiedono il Green pass, quelli che ne prevedono una versione light (una sola dose) e infine quelli che prevedono la vaccinazione completa. Ad esempio per bar e ristoranti il governo vorrebbe introdurre l'obbligo di green pass, lasciando libere le consumazioni al bancone e all'esterno del locale, ma prevedendo almeno la prima dose per i tavoli all'interno, anche in zona bianca. Poi c'è il nodo scuola: con il rientro tra meno di due mesi, si fa sempre più vivo il dibattito sull'obbligo vaccinale per i dipendenti scolastici. Solo rimandata invece la discussione sui mezzi pubblici: l'idea del governo è quella di un obbligo di Green pass per accedere a bus, tram e metro ma non da subito, bensì da metà settembre. Gimbe: troppo peso ai ricoveri è un rischio «Affidare un peso eccessivo agli indicatori ospedalieri per 'colorarè le Regioni concretizza un 'rischio non calcolatò». Mentre «il Green pass può giocare un ruolo cruciale» ma nell'immediato il suo utilizzo impone il «superamento di alcuni ostacoli» e comunque sarebbe difficile applicarlo per ristoranti e bar. Questa la posizione della Fondazione Gimbe su due nodi caldi all'ordine del giorno del dibattito politico e del confronto tra Governo e Regioni. Per quanto riguarda l'attesa modifica dei parametri per la colorazione delle regioni che dovrebbe dare più peso alle ospedalizzazioni e meno ai contagi, spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, è collegata a tre problemi: «innanzitutto fa perdere di vista il monitoraggio della circolazione del virus, la cui diffusione ha comunque un impatto ospedaliero proporzionale». Inoltre «è un indicatore meno tempestivo in quanto la curva delle ospedalizzazioni segue con ritardo quella dei nuovi casi». Questo fa sì che «l'introduzione di eventuali provvedimenti restrittivi sarebbe tardiva e produrrebbe un miglioramento solo dopo settimane». Pertanto, «se Governo e Regioni intendono abbandonare il parametro dei contagi servirebbe prevedere soglie molto basse per gli indicatori ospedalieri per rimanere in zona bianca». Quanto al Green Pass per la Fondazione Gimbe è «uno strumento efficace nel limitare la circolazione del virus e permette il rilancio in sicurezza di alcuni settori, prevenendo il rischio di un ritorno a restrizioni». Nel breve termine l'utilizzo si «scontra però con alcuni ostacoli che devono essere rimossi», come l'attuale indisponibilità di vaccini che discrimina chi è in attesa della vaccinazione, la mancata gratuità dei tamponi in diverse Regioni; la necessità di risorse per verificare le certificazioni nei luoghi dove sono richieste. Inoltre, se «può avere un'applicazione immediata per i grandi eventi e mezzi di trasporto a lunga percorrenza», a breve termine «è più complesso» invece il suo utilizzo per ristoranti bar, supermercati e farmacie.
ANSA