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Giornalino Giugliano di Angela Cecere

SEZ. CULTURA E SPETTACOLI Leonardo De Amicis, il direttore musicale di Sanremo a "Oggi è un altro giorno": «Durante le prove con Fiorello...» Leonardo De Amicis, ospite di Serena Bortone, racconta i giorni passati a fianco del conduttore Amadeus e di Fiorello

29 Settembre 2021 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. CULTURA E SPETTACOLI

SEZ. CULTURA E SPETTACOLI Leonardo De Amicis, il direttore musicale di Sanremo a "Oggi è un altro giorno": «Durante le prove con Fiorello...» Leonardo De Amicis, ospite di Serena Bortone, racconta i giorni passati a fianco del conduttore Amadeus e di Fiorello

INSERITO DA ANGELA CECERE Ospite a “Oggi è un altro giorno” di Serena Bortone nel salotto del pomeriggio di RaiUno Leonardo De Amicis, direttore musicale di Sanremo nelle due ultimi edizioni e confermato per la prossima. Il maestro ha parlato dei momenti più commuoventi e divertenti della kermesse canora e della sua amicizia con Riccardo Cocciante. Ospite a “Oggi è un altro giorno” su RaiUno Leonardo De Amicis, direttore musicale del Festival di Sanremo nelle due ultimi edizioni: «Mi preoccupo – ha raccontato nella trasmissione condotto da Serena Bortone - della scelta dell’orchestra, scrivo la sigla e tutto quello che accade nel programma a livello musicale, oltre che essere a disposizione del direttore artistico». A Sanremo è stato al fianco di Amadeus e Fiorello. Il lavoro è stato impegnativo ma divertente, a partire dalle prove: «I Momenti più divertenti – ha spiegato - sono durante le prove. Quello che può accadere con Fiorello e Amadeus è inimmaginabile. Fiorello tende a coinvolgere e lui aveva un rapporto diretto con l’orchestra. E’ un istintivo, ha delle tracce da cui parte, c’è tema e improvvisazione. Ha un gruppo di autori straordinario con cui lavora da anni e riordina le cose, ma lui è un motore inesauribile». Il Festival è stato un momento molto importante per l’Italia: «Il momento più commovente è stata la prima puntata dell’ultima edizione, una sensazione di liberazione dalla pandemia, che ci ha lasciato per molto tempo nell’incertezza. L’azienda per il Covid ha messo su un’organizzazione perfetta, è stato un segnale di rinascita, il Festival appartiene alla storia della Nazione». Il suo lavoro lo emoziona sempre («Quando si alza la bacchetta è straordinario, avere l’attenzione di settanta persone per le quali tu in quel momento rispondi. L’orchestra quando c’è un concerto si affida a te. E’ una responsabilità enorme. Io nasco come pianista, poi mi sono appassionato alla musica leggera, ho fatto il produttore e col tempo sono arrivato alla direzione») e devo molto a livello artistico all’amico Riccardo Cocciante: «Nella vita privata è molto più aperto che nella mia vita pubblica. E’ stata una scuola per me, ha messo a disposizione la sua esperienza. L’ho incontrato per la prima volta al teatro Sistina tramite un amico, poi piano piano sono stato incluso nel gruppo e mi ha fatto crescere. Con lui ho lavorato in America, Francia.. Siamo rimasti amici e ci sentiamo spesso, con un vero affetto».

LEGGO

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